Il “Mola forbici” era l’artigiano che si occupava della molatura delle lame non più taglienti. In passato, infatti, pur di non buttare qualunque attrezzo malfunzionante, come ad esempio il coltello, la falce, l’accetta o le forbici (sia quelle usate in casa che quelle usate durante la vendemmia), questi venivano riparati.
Generalmente “L’ammlafurc” più rinomato aveva un piccolo negozietto con l’attrezzatura da banco; quello più umile, invece, era dotato di un carretto o addirittura di una bicicletta sormontata da una mola di pietra che, per girare, era collegata con delle cinghie ai pedali. Si dotava anche di una borraccia di acqua che serviva per raffreddare i metalli.
I mola forbici si recavano per le strade gridando con voce cantilenante ”Mo’ vain l’ammlafurc”. A questo richiamo le donne uscivano in strada sperando di poter affilare nuovamente le lame.
Gli utensili
La Burrocc d’ocqu – la borraccia con acqua
‘Na strozz – uno straccio
La biciclett – la bcicletta
La maul – la mola di pietra
‘U martjdd – il martello