‘U Fjrnascier – il fornaciaro

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La vita del fornaciaio (” ‘U fjrnacier“) era molto sacrificata, come lo era per tutti gli altri mestieri, in quanto iniziava alle prime ore della giornata e terminava a tarda sera. Per prima cosa questa figura preparava il forno, cioè prelevava le frasche dal deposito. Generalmente i forni avevano una camera pre-fuoco, o di preparazione, e una camera sul fuoco, dove venivano posti i materiali da cuocere; il calore veniva trasmesso attraverso dei fori comunicanti tra le due camere e, nel retro, c’era la canna fumaria per l’espulsione dei fumi.

Il compito del fornaciaio, oltre che preparare il fuoco, era quello di visionare che la combustione (ed il fumo) procedesse regolarmente senza intoppi di alcun genere, e che il calore si distribuisse uniformemente in tutta la camera interessata. A fine cottura si aspettava che il forno si raffreddasse per poter tirar fuori i materiali cotti, mentre la camera di combustione veniva ripulita dalle ceneri e dai detriti. Le infornate avvenivano ogni due o tre giorni a seconda del numero dei prodotti che passavano i vasai e delle commissioni di mattoni e tegole ordinate dai muratori.

A Matera queste attività erano raccolte nella piazzetta chiamata, per l’appunto, ” ‘U Fjrnescj“, Le Fornaci, poi ribattezzata Piazza Cesare Firrao, situata in quella che all’epoca rappresentava l’immediata periferia dei Sassi, nel nuovo centro cittadino. Le fornaci erano spesso collegate con le botteghe dei vasai o di produzione dei mattoni. In questi ultimi casi prestavano la loro opera anche coloro che preparavano le forme di tegole e mattoni per riempirle, successivamente, di argilla, oltre che i decoratori che riproducevano disegni e decori sui mattoni essiccati.

La fornace più grande, con produzione di mattoni a livello industriale, fu costruita in Via Timmari ed ebbe come ultimi proprietari le famiglie Manicone e Fragasso. Solo successivamente la produzione di questi prodotti fu intrapresa presso La Valdadige, azienda situata all’ingresso di Matera.

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