La civiltà contadina materana ha favorito la nascita, tra il XIX ed il XX secolo, di numerosi mulini sparsi per la città; queste attività erano dedite alla lavorazione del grano duro coltivato nei dintorni di Matera, il celebre grano duro qualità Senatore Cappelli, famoso in tutto il mondo. Da questo speciale grano nascono numerosi prodotti, come il famoso pane di Matera IGP (Indicazione Geografica Protetta), la pasta di alta qualità ed altro ancora.
I contadini mediante i traini trasportavano i sacchi di grano dalle campagne ai mulini di fiducia, presso i quali si procedeva con la compravendita. Inizialmente il grano era macinato a pietra e la quantità di prodotto che la struttura riusciva a lavorare dipendeva sia dal numero dei dipendenti che il mulino aveva, sia dalla grandezza del mulino stesso (in ogni caso non superava i 4 o 5 quintali al giorno di grano lavorato). Successivamente la pietra fu sostituita da cilindri con motore elettrico, con conseguente aumento della produzione.
La lavorazione del grano duro a Matera risale ai tempi antichi, di conseguenza anche la produzione del pane e della pasta di alta qualità ha origine nella notte dei tempi. I mulini nacquero nella periferia di Matera, in luoghi comodi sia per i contadini, quindi lungo la via del ritorno in città, sia per i fornitori dei paesi limitrofi. Con il passare del tempo i proprietari dei mulini, incoraggiati dal grande commercio del grano duro che si era venuto a creare, incrementarono la lavorazione e costruirono mulini sempre più grandi, capaci di accogliere una quantità maggiore di frumento. La crescita di questo settore contribuì notevolmente allo sviluppo economico e sociale della città.
Il primo mulino in assoluto fu costruito nel 1884-1885 dalla Ditta R.R. Alvino e Compagni, progettato da Leonardo Ridola, eseguito dalla Impresa Raguso (foto a destra e foto in alto a sinistra, risalente ai primi decenni del XX secolo, alcuni operai al lavoro presso il Mulino Alvino). La destinazione fu quella di opificio a vapore con mulino per la produzione dei vari tipi di pasta e di pane. La farina di grano duro (semola) e la pasta erano i principali prodotti venduti dai mulini. In particolare la pasta veniva distribuita ai negozi alimentari, i quali la ponevano in cassetti di tavola, per poi venderla a peso avvolta semplicemente nella carta. Il mulino Alvino subì nel corso degli anni la ristrutturazione ed il restauro, subendo una espansione verticale nel 1945 in seguito all’adozione della tecnica di macinazione graduale. L’azienda fu successivamente rilevata dalle famiglie Quinto e Manfredi, i quali incrementarono ancora il volume prodotto sotto il marchio di “Pasta Lucana”; il prodotto, di ottima qualità, presentava come confezione una busta trasparente con strisce rosse.
Tra gli anni ’40 e ’50 altri tre mulini si aggiunsero a quello gestito dalle famiglie Quinto-Manfredi: il mulino Padula in via Lucana, trasferitosi negli anni ’70 in via Cererie (rione Piccianello), il mulino Andrisani in via Lucana (foto a sinistra) ed il mulino Gagliardi in via IV Novembre. In particolare, il mulino Padula si spostò successivamente in via Cererie, ampliando la sua struttura costruendo alti silos per contenere un numero maggiore di grano. Dallo stabilimento Padula veniva prodotta l’omonima pasta, “Pasta Padula”, con confezione trasparente e strisce azzurre.
Intorno agli anni ’70 il blocco del prezzo del grano, stabilito a livello nazionale, penalizzò soprattutto le imprese più piccole. La conseguente crisi interessò anche i mulini materani che si videro costretti a ridurre il giro d’affari, con conseguenti tagli al personale. Il terremoto del 1980 significò la chiusura definitiva del Mulino Quinto-Manfredi. La stessa sorte toccò qualche anno più tardi anche al Mulino Gagliardi che, nel frattempo, aveva spostato l’azienda alle porte di Matera Nord. Il pastificio Padula rimase in un primo momento in vita, continuando la produzione della ricercatissima Pasta Padula; successivamente i proprietari furono quasi costretti a vendere l’immenso stabilimento di via Cererie (foto a destra) al colosso aziendale Barilla. Questi ultimi, al fine di minimizzare i costi ed ottimizzare la spesa complessiva, trascurarono gli aspetti tradizionali come la fornitura di grano duro, preferendo altre tipologie di grano a basso costo proveniente dalla Russia e dall’Europa dell’Est. Lo stabilimento fu successivamente chiuso da Barilla in quanto considerato fuori dalle logiche di mercato del colosso emiliano.
Si chiuse così un importantissimo capitolo della storia materana. Una storia fatta di enormi sacrifici nei campi da parte dei contadini, di eccellenza con il grano duro Senatore Cappelli che dava vita a prodotti di qualità altissima, specchio della tradizione della città dei Sassi.
Attualmente l’unico mulino cittadino rimasto in vita è gestito dalla famiglia Dell’Acqua dal 1952 ed è un importante fornitore per i panifici del materano e delle regioni limitrofe; la produzione della “Pasta di Matera”, invece, sopravvive grazie al gruppo barese Tandoi. La semola Senatore Cappelli è usata ancora oggi in molti panifici di Matera, precisamente in quelli che aderiscono all’Associazione Panificatori di Matera; questi continuano ad usare metodi di produzione classici, mantenendo in vita le tradizioni che legano la città ad alcune eccellenze gastronomiche del territorio materano, tra tutti il pane di Matera IGP.