(processione in onore dei Santi Medici, 26/09/1953 archivio Federico Patellani)
La dote era costituita essenzialmente dall’abito che i confratelli indossavano durante le funzioni liturgiche, nelle processioni e nell’accompagnamento funebre dei confratelli deceduti. I confratelli dovevano farsi carico dell’acquisto di questa veste, per questo motivo esisteva un vero e proprio “Registro delle doti dei fratelli“.
L’abito della confraternita di Gesù Flagellato consiste in un sacco con cappuccio bianco e mozzetta color rosso, con l’immagine ricamata del SS. Ecce Homo.
(abito della confraternita di Gesù Flagellato)
(mozzetta abito della confraternita di Gesù Flagellato)
(altro antico abito della confraternita di Gesù Flagellato per scopi non meglio precisati)
L’abito della confraternita di San Francesco di Paola era rappresentato da un camice con cappuccio bianco, “pazienza” marrone (l’equivalente della mozzetta, ovvero parte dell’abito di alcuni ordini religiosi costituita da una specie di tunica senza maniche, aperta ai lati, così definita nello statuto) con cucito il suo emblema (dicitura “CHARITAS“) ed il cordone color marrone.
(pazienza, o mozzetta, dell’abito della confraternita di San Francesco di Paola)
Per quanto riguarda le sepolture, nel cimitero di via IV Novembre (il “Cimitero vecchio”) la cappella della confraternita di Gesù Flagellato sono in comproprietà con quella della Madonna delle Virtù.
Un’altra caratteristica delle confraternite era lo stendardo (in dialetto materano “ ‘U stannaun“) avente un’altezza di oltre tre metri, variabile a seconda dell’organizzazione, così come il colore: ad esempio bianco per quella di San Francesco di Paola, rosso per quella di Gesù Flagellato.