Coronavirus: la donazione continua ad essere un gesto di grande responsabilità

Al fine di evitare la diffusione dell’infezione da Sars-CoV-2, sono state emanate nuove disposizioni con una natura solo precauzionale, non essendoci casi documentati di trasmissione trasfusionale del virus. Le stesse misure tengono anche conto dei provvedimenti, presi a livello nazionale, finalizzati all’individuazione dei soggetti a rischio e applicano ai medesimi, urgenti misure di contenimento.

Tenuto conto che le attività sanitarie di donazione e raccolta del sangue e degli emocomponenti sono livelli essenziali di assistenza (art. 5, legge 219/2005) che garantiscono la continuità del supporto trasfusionale a oltre 1.800 pazienti al giorno sul territorio nazionale, chiunque vorrà candidarsi come donatore, dovrà seguire, nel prossimo periodo, tre fasi.

Fase 1: Contatto telefonico.
L’accesso da parte dei donatori presso i locali ove poter effettuare la donazione è consentito successivamente alla preferibile chiamata-convocazione programmata al fine di regolare il numero di accessi e di evitare l’aggregazione presso i locali di attesa, mantenendo la distanza di sicurezza interpersonale (almeno 1 metro).
La chiamata-donazione è inoltre uno strumento utile al fine di applicare un triage preliminare del donatore in occasione del contatto telefonico come da indicazioni di cui all’algoritmo visibile cliccando QUI.
Qualora il pre-triage dovesse avere buon esito, il donatore riceverà un appuntamento per potersi recare presso il Servizio trasfusionale di riferimento o presso l’Unità di raccolta delle dipendenti reti di medicina trasfusionale.
Per prenotare telefonicamente la donazione presso l’Associazione FIDAS più vicina, invitiamo i donatori a consultare la pagina “Federate” presente sul sito fidas.it, selezionando la propria Regione di appartenenza.

Fase 2: presso il Servizio Trasfusionale o le Unità di raccolta.
Presso il Servizio trasfusionale o le Unità di raccolta delle dipendenti reti di medicina trasfusionale, il donatore verrà sottoposto ad alcuni semplici processi di triage nella fase di accoglienza. Fasi che comprendono la misurazione estemporanea della temperatura corporea. L’attivazione del triage è finalizzata ad evitare la possibile diffusione del virus nei locali di attesa attuando una pre-selezione dei donatori. Se la temperatua corporea sarà superiore ai 37,5°C, il donatore sarà temporaneamente rinviato, ancor prima di accedere all’area all’interno della quale possono esser presenti altri donatori.

Fase 3: dopo la donazione.
Se il donatore dovesse presentare sintomi compatibili con infezione da SARS-CoV-2 oppure ricevere diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 nei 14 giorni successivi alla donazione, sarà opportuno informare il Servizio trasfusionale di riferimento.

Queste tre semplici fasi sono volte a preservare la sicurezza dei luoghi dedicati alla donazione e la salute dei donatori stessi: semplici misure precauzionali, che rendono la donazione un gesto sicuro, che non arreca alcun rischio per la salute del donatore.

donazione sangueAl contempo le Associazioni FIDAS sono preparate per fornire ai donatori, in fase di convocazione, adeguata informazione, anche al fine di evitare gli accessi alla donazione in presenza di sintomi associabili a infezioni respiratorie, ivi compresa l’infezione da SARS-CoV-2. Operatori sanitari e volontari sono formati al fine di aiutare a contenere la diffusione del virus anche attraverso la selezione dei donatori e l’utilizzo di igienizzanti.

Il Vicepresidente Nazionale Vicario FIDAS, Giovanni Musso, in merito alla notizia afferma: “In questo momento così grave per il Paese è indispensabile da parte di tutti un’assunzione di responsabilità; conformare il nostro comportamento alle precauzioni raccomandate ed alle disposizioni normative di recente emanazione oltre che un obbligo è un dovere civico. Invito tutti i donatori, che hanno sempre avuto un alto senso di responsabilità e consapevolezza del ruolo rivestito nel sistema sanitario nazionale, a continuare a fare la loro parte, a scendere in prima linea per reagire a questa emergenza, così come fanno medici, infermieri e gli altri volontari della sanità,  per garantire le necessarie terapie a tutti coloro che in questo momento ne hanno bisogno e sono tanti. Tutte le Unità di Raccolta del Paese si sono attrezzate per rispettare le indicazioni del Centro Nazionale Sangue, del Ministero della Salute e del D.P.C.M. 8/3/2020. Chi è in buona salute può andare a donare, contattando prima il proprio Centro Raccolta di riferimento per evitare affollamenti, facendo così la propria parte nello scongiurare un’altra emergenza: quella della “carenza di sangue” che in questo momento il Paese non si può permettere.”

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