Matera, la città eterna. Una delle più antiche città del mondo, la più antica in cui la vita scorre ininterrottamente dalla Preistoria. Nella città dei Sassi, Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco e Capitale Europea della Cultura per il 2019, sorge uno straordinario museo la cui visita aiuta sicuramente a capire chi siamo oggi dando uno sguardo al nostro passato. Il Museo Archeologico Nazionale “Domenico Ridola” è il primo museo della Basilicata, nato nel 1911 grazie alle donazioni dell’archeologo e medico materano Domenico Ridola. Il museo, che si sviluppa nei locali dell’ex convento delle suore di Santa Chiara, custodisce al suo interno numerosissimi reperti rinvenuti nei dintorni di Matera e attestati in un arco temporale che va dal Paleolitico al Medioevo.
Sono numerosissime le testimonianze che l’homo erectus ha lasciato nel territorio materano. I reperti rinvenuti vanno dal Paleolitico inferiore (circa 10.000 anni fa), per lo più oggetti in pietra levigata, fino al Neolitico, con utensili sempre più lavorati, come raschiatoi, punte, grattatoi in selce o calcare. All’interno del museo sono presenti anche frammenti e contenitori d’argilla, ma i ritrovamenti più importanti sono sicuramente le ceramiche decorate e dipinte con una tecnica molto evoluta e raffinata per l’epoca; qui nasce infatti la famosa ceramica di “Serra d’Alto“, il cui nome rappresenta proprio la collina in cui sono stati ritrovati i vasi in argilla. Nel museo è esposto anche lo scheletro di un uomo in età giovane (foto a destra), sepolto in posizione rannicchiata e rinvenuto proprio in località Serra d’Alto, appena a Nord di Matera.
All’interno del museo suscitano particolare interesse due sezioni dedicate alla Preistoria: la prima consiste in una riproduzione di una cavità carsica, le cui pareti mostrano esempi di arte parietale, la seconda propone una capanna neolitica in scala reale, compreso di recinto per gli armenti, focolare esterno e forno per la cottura della ceramica. Risalgono all’età del Neolitico i numerosi villaggi trincerati presenti sulla Murgia Materana, i cui ritrovamenti sono conservati presso il Museo Archeologico Nazionale “Domenico Ridola”. La caratteristica principale di questi siti è la presenza di un fossato (trincea, da cui deriva la definizione “Villaggio trincerato”) scavato nella roccia e di dimensioni molto grandi. L’introduzione dell’agricoltura e dell’allevamento consentirono all’uomo di insediarsi in agglomerati di case a partire dal VI millennio a.C., dando vita in questo territorio ad uno dei più celebri ed importanti siti preistorici in Italia.
Il museo presenta anche una sala dedicata proprio al fondatore della struttura, con l’arredo originale ed i documenti che attestano le attività del medico, parlamentare ed archeologo Domenico Ridola (foto a sinistra). Oltre alla già citata sezione dedicata ai reperti del Paleolitico e del Neolitico, molto interessante è l’area dedicata alla Magna Grecia, con i numerosi reperti funerari ed oggetti votivi rinvenuti sulle alture che dominano le vallate fluviali, quali Timmari e Montescaglioso. Molto interessante è la collezione di vasi italioti a figure rosse del V e IV secolo a.C. Questi oggetti venivano usati durante banchetti e simposi, per poi essere successivamente sepolti insieme al defunto. In altri vasi i pittori hanno raffigurato scene di vita quotidiana e di combattimento ispirate alla mitologia greca. Di straordinaria importanza è il ritrovamento del “Rhyton” nella località di Timmari, ovvero un boccale, in origine forse un corno animale, successivamente fatto in argilla o metallo, usato per bere durante i banchetti; anche questo reperto è visibile nella sala dedicata alla Magna Grecia.
Il museo Ridola presenta al suo interno ben tre mostre permanenti. Il tema della prima mostra è “La cura dei defunti nel materano tra età tardo antica e altomedioevale”, qui trovano spazio manufatti in ceramica, oggetti in metallo e vetro, elementi di ornamento personale come spille, spilloni, fibbie di cinture e cinturini, collane e bracciali, rinvenuti nelle sepolture. La seconda mostra è dedicata all’archeologo Ridola e si intitola “Domenico Ridola.
Un conservatore rivoluzionario”, allestita in occasione del centenario del museo; la vita di un grande studioso che con passione e rigore scientifico ha concretizzato scoperte rivoluzionarie nell’ambito dell’archeologia. La terza ed ultima mostra si riferisce agli scavi ancora in corso in località Trasanello. “Trasanello… quattro passi nella Murgia preistorica” espone i risultati ottenuti con le moderne tecnologie nel villaggio neolitico di Trasanello, la cui scoperta si deve all’Università di Pisa ed al C.N.R.S. di Tolosa. In quest’ultima mostra trova spazio il modellino di capanna dell’età del Bronzo, strumenti e materie prime impiegati per la fabbricazione degli utensili e della ceramica.
Dove e come arrivare
Il Museo Archeologico Nazionale “Domenico Ridola” è situato nella centralissima via Ridola, il cuore pulsante di Matera. Si può conattare il museo telefonicamente al numero 0835310058 o mandando una mail all’indirizzo sba-bas.materamuseo@beniculturali.it. Il museo Ridola è chiuso il lunedì mattina, mentre l’orario di apertura è dalle 9.00 alle 20.00. Il prezzo intero dell’ingresso è fissato in euro 2,50, con ridotto € 1,25, gratuito per i minori di 18 anni e per i maggiori di 65 anni. Sono visitabili i siti archeologici di Murgia Timone, Timmari e Murgecchia, visita gratuita previo accordo con il Sig. Lionetti (Tel. 0835 310058).
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