Il Villaggio Saraceno, una straordinaria testimonianza storica immersa nella Murgia Materana

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villaggio_saraceno_00056Situato nei meandri più nascosti della Murgia Materana, a pochi chilometri da Matera, in direzione Montescaglioso, sorge il Villaggio Saraceno, un immenso complesso di circa 70 grotte-abitazioni scavate nella roccia sui due versanti di una piccola gravina. In questo luogo l’uomo, sfruttando anche la posizione strategica che rendeva questi rifugi poco visibili, ha scavato nella roccia un vero e proprio agglomerato abitativo che annovera al suo interno anche tre luoghi di culto: la chiesa rupestre di San Nicola al Saraceno, la cripta del Vitisciulo (dal nome dell’omonima contrada) e la chiesa rupestre di San Luca alla Selva.

Tra il groviglio di abitazioni, chiese, stradine e jazzi sono ben visibili dei piccoli canali scavati nel tufo che facevano parte di un complesso sistema di raccolta delle acque in cisterne presenti in ciascuna grotta adibita ad abitazione. Al fine di ridurre la dispersione di acqua, le cisterne venivano intonacate per renderle semi-impermeabili. Sul fondo del vallone si riscontra la presenza di altri serbatoi che raccoglievano le acque piovane provenienti da entrambi i fianchi della valletta, non prima che queste subissero una fase di decantazione in una serie di rozze vasche.

Scalando la rupe a Nord, la vegetazione si apre improvvisamente lasciando spazio ad una gravina ben più ampia (con precipizi alti circa 50 metri) in cui scorre l’omonimo torrente Gravina (lo stesso che scorre ai piedi dei rioni Sassi) in direzione Bradano; sull’altro versante del canyon è possibile ammirare numerose grotte e la chiesa rupestre di Cristo la Selva.

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villaggio_saraceno_00015Le origini del nome “Villaggio Saraceno” sono incerte, tramandate di generazione in generazione da pastori e contadini locali. Secondo alcuni studiosi il nome “Saraceno” potrebbe derivare dal cognome della famiglia nobile un tempo proprietaria del terreno in cui il villaggio insiste, altri invece collegano questa denominazione alla presenza in questi luoghi dei pirati saraceni tra il IX ed il X secolo; questi ultimi, provenienti dal mar Ionio, avrebbero risalito il Bradano e scavato in questa zona le grotte nella roccia, costruendo di fatto una vera e propria base militare usata durante le incursioni nelle aree interne della Basilicata e l’assedio della città di Matera. La storia ricorda numerose guerre che interessarono proprio Matera, contesa tra l’esercito Saraceno e l’Impero Carolingio. I materani, come riportato nel libro “Memorie storiche di Matera“, del famoso storico Francesco Paolo Volpe, resistettero eroicamente nel 994 d.C. ad un ultimo tentativo di riconquista da parte dei Saraceni che assediarono la città per ben quattro mesi:

“I materani sostennero l’assedio per circa quattro mesi, alla fine de’ quali s’avvidero che la fame combattea al di dentro a favore degli assediati. Una madre assalita e da questo nemico e dalla trista idea di vedere il tenero suo figliuolo in braccio agl’Infedeli, si sentì forzata di farlo a se stessa servir di pasto. Dicesi, che in approssimarsi dell’atto del delitto, gittandosi addosso del bambino gli tenesse questo discordo: Come potrà soffrire il mio cuore vederti in man di
questi empj e crudeli Saraceni, e vil servo, e schiavo de’cani? Ah! Più presto manchi oggi il lume al Sole, i moti al Cielo, e gli elementi co’ sventurati giorni miei finiscono, e la terra si apra e mi traguggi viva, che simil cosa io vegga. Rientra dunque in quel corpo donde uscito sei, e quel medesimo, che vita e lume ti diede, ora le tenerelle e sventurate membra in sempiterne tenebre chiuda e nell’estremo loro loco dia ricetto, e sepoltura”.

Una terza ipotesi riguardante le origini del villaggio vede queste grotte occupate dagli abitanti del vicino paese di Montescaglioso e dei territori limitrofi in fuga dall’esercito Saraceno.

La maggior parte delle grotte sono esposte a Sud per sfruttare meglio la luce del sole. Le abitazioni sono riconoscibili dalla presenza di numerosi fori per gli oggetti o per le derrate alimentari, solitamente la camera da letto è introdotta da un arco a volta. Sopra numerose grotte sono presenti alcune tombe di medio-piccola dimensione, scavate nella roccia; questo aspetto, unito alla presenza di ben due chiese, testimoniano come in questo agglomerato abitassero numerose persone.

Come visibile anche nelle foto, nei secoli successivi e fino ai primi decenni del ‘900 questi luoghi, come la maggior parte dei siti a carattere rupestre, sono stati usati da agricoltori o allevatori come rifugio per persone o animali. In corrispondenza di alcuni ingressi delle grotte sono stati costruiti muri a secco per proteggere i luoghi, coloro che all’interno vi pernottavano e per evitare che il bestiame fuggisse nelle campagne circostanti.

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Dove e come arrivare

Il consiglio è di non cercare di raggiungere il Villaggio Saraceno senza guida escursionistica autorizzata, inoltre non avventurarsi nel medio-tardo pomeriggio, raggiungere il sito e tornare indietro può richiedere dalle quattro alle otto ore a piedi seguendo sentieri che possono essere più o meno visibili a seconda della stagione e della vegetazione. Percorrendo la SP 3 (ex SS175) da Matera Sud, quartiere “Agna Le Piane”, in direzione Montescaglioso, a circa 5 km dal centro abitato svoltare a sinistra nel punto indicato sulla mappa “B”  (non segnalato da cartelli stradali). La vettura può essere parcheggiata nel primo tratto sterrato (“C“), proseguire a piedi oltrepassando il ponte sul torrente Gravina. Subito dopo il ponte non seguire la strada, individuare il sentiero sulla sinistra (non molto visibile, “D“) e proseguire nella vegetazione seguendo il sentiero segnalato sulla mappa con la dicitura “Villaggio Saraceno” (punto di riferimento il torrente Gravina sulla sinistra). Il sentiero nella vegetazione è reso di difficile percorrenza vista la presenza di pietre, buche ed arbusti, consigliamo pertanto attrezzatura da trekking e pantaloni lunghi. Camminare per circa 1 km nella vegetazione fino a raggiungere il punto “E” sulla mappa.

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