Carlo Bonanni, fondatore dell’associazione “Carodeandrè” ed interprete della magica musica di Fabrizio De Andrè, ha svelato a WikiMatera.it una straordinaria testimonianza di una tradizione materana andata ormai persa, raccontata attraverso le parole di una canzone dell’indimenticato cantautore genovese. La canzone in questione è “Ho visto Nina volare” e l’usanza, praticata un tempo dalle donne più anziane, è l’apicoltura.
“Mastica e sputa da una parte il miele
Mastica e sputa dall’altra la cera
Mastica e sputa prima che faccia neve”
(Ho visto Nina volare, Fabrizio De Andrè)
Fabrizio De Andrè ed Ivano Fossati hanno soggiornato spesso a Matera per alimentare il fiume di poesia portato dagli enormi affluenti che sono le tradizioni orali dei territori del materano. Entrambi gli artisti sono stati rapiti dal gesto che compivano le donne anziane, le quali masticavano fettine di favo, preparate all’occorrenza, per ore ed ore, ottenendo in tal modo la separazione del miele dalla cera. Queste due preziose sostanze venivano quindi espulse dalla bocca in appositi recipienti, pronte per l’uso.
E’ singolare e nello stesso tempo intuitivo come in questa usanza siano reciprocamente intrecciate la vicenda religiosa, come il rito della comunione, insieme ad una pratica di accrescimento ancestrale, quale quella del pasto collettivo. Lo studio del comportamento dell’ uomo spesso ci ha tramandato che, a tali “comunioni”, prendono parte prevalentemente i soggetti che non presiedono alla difesa del territorio e che non vanno a caccia: le donne. Trattandosi poi di un rito molto importante per la sopravvivenza, le donne più anziane assunsero la piena responsabilità dello svolgimento.