Ferdinando Tortorella nacque a Matera nel 1771. Appartenente all’Ordine degli Scolopi, si addottorò in Matematica nella città partenopea nel 1815. Sin dal 1810 aveva abbozzato una memoria geologica sul monte Vulture, rimasta manoscritta e inedita. Insegnò Matematica, Fisica e Filosofia presso il Seminario di Melfi, ma nel 1821 venne privato della cattedra per la sua affiliazione alla Carboneria. Soltanto nel 1830 riottenne l’insegnamento. Postumo apparve il Ragguaglio, osservazione e congetture fatte da Paolino Tortorella su di un fenomeno accaduto a 31 maggio e 31 luglio del 1810 ne’ laghi del monte Vulture, volgarmente detti Laghi di Monticchio (“Giornale Economico-Letterario della Basilicata”).
La sua memoria sul monte Vulture lungamente citata, da ultimo dal professore dell’università di Napoli, Giuseppe De Lorenzo, aveva il titolo Memoria sullo stato attuale ed antico del monte Vulture in Basilicata nella sua qualità di vulcano estinto. Era nota anche a quanti (Giovan Battista Brocchi, Richard Keppel Craven, Herman Habich) ebbero modo di incontrare e conoscere lo studioso materano, visitando quell’area di origine vulcanica nella prima metà dell’Ottocento. La sua memoria continuò a circolare negli ambienti scientifici e universitari napoletani, così come attestano le ripetute citazioni di Giovanni Gussone, Michele Tenore, Luigi Palmieri, Arcangelo Scacchi nei loro studi botanici e geologici sul Vulture. Il geologo lagonegrese Giuseppe De Lorenzo sottolineava, tra l’altro, la concordanza dei suoi studi geologici con quelli dell’abate materano, il cui lavoro definì “tra i migliori sul Vulture”. Lo studioso di Matera descriveva con grande esattezza la composizione geologica di quell’area, salvo l’errore di ritenere l’esistenza di due crateri vulcanici sulla sommità della montagna. Morì nel 1837, lasciando inedite una Storia della Filosofia e Lezioni di Fisica.