Il barbiere, in materano ” ‘U varvjr“, contrariamente al suo nome svolgeva numerose attività; le principali erano, chiaramente, radere la barba, spuntare i baffi e tagliare i capelli. Questo compito era svolto principalmente nelle botteghe (solo per i signori più importanti e per i sacerdoti l’attività veniva effettuata a domicilio). Nelle botteghe l’arredamento era costituito da sedie da lavoro, originariamente in legno (sostituite successivamente dalle poltrone girevoli), da specchi, il cui numero variava in base alla grandezza del locale, da armadietti in cui venivano custoditi i teli (generalmente di colore bianco o celeste), da una vetrinetta dove erano esposti oggetti e sostanze come il dopo barba (in passato rappresentato dall’alcool etilico) e la gelatina, e da un banchetto che veniva usato per rendere più alto il bimbo e rendere meno faticoso il lavoro del barbiere nel caso di clienti più piccoli. I più poveri, al posto della gelatina, per mantenere i capelli fermi e tirati, a prova di vento, usavano il sapone.
Una volta che i bambini sedevano sullo sgabello, ” ‘U vanghtjdd“, dovevano rimanere immobili per evitare le urla del barbiere, per questo motivo la seggiola era considerata una specie di strumento di tortura. Le indicazioni su come tagliare i capelli al bimbo erano fornite dai genitori; spesso il modello usato era “All’Umberto“, ovvero corti semi-rasati per evitare di ritornare dal barbiere nel breve termine e per non rischiare di contrarre i pidocchi.
Un’altra attività svolta dal barbiere era quella di esercitare prestazioni mediche e infermieristiche, come ad esempio il salasso (pratica di pertinenza medica e di ambito ospedaliero in determinate patologie) mediante le sanguisughe, o di cava denti.
La bottega era la tana dei pettegolezzi, quello che oggi viene chiamato gossip in passato era denominato “Ciallidd”; gli argomenti più gettonati erano politica, sport, cronache attuali e donne. Anche in passato il giorno di chiusura del barbiere era il lunedì.
“A fè la vorv ‘o cidd s pard iocqu i sapaun” – Nel fare la barba all’asino si perde acqua e sapone
Gli utensili
La furc – le forbici
La pttnass – il pettine
La mascjn – la macchina dei capelli
‘U rasjl – il rasoio
‘U pjnnjdd – il pennello per la barba
‘U sapaun d la vorv – il sapone per la barba
‘U spurt p dopo vorv – l’alcol per dopo barba
La gjlatjn – la gelatina
‘U stagna – la bacchetta emostatica